VILLA DEL CASALE
Villa romana del IV secolo dopo Cristo.
Zona di grande interesse archeologico, Piazza Armerina è da diverso tempo sede di numerosi scavi.
Uno dei ritrovamenti più importanti fino ad oggi effettuati è quello della famosa Villa del Casale.
Con una superficie di oltre 3500 metri quadrati, la Villa era la residenza di caccia di Massimiliano Erculeo, collega di Diocleziano nella gestione dell'impero romano.
Essa rappresenta oggi una straordinaria testimonianza della vita in epoca romana grazie ai suoi pavimenti mosaicati, famosi in tutto il mondo.
La realizzazione di tali mosaici è oggi attribuita a maestri africani, in quanto inventori di questa arte che diffusero nei paesi con i quali entrarono in contatto. L'importanza della Villa a carattere mondiale è dovuta all'impeccabile stato di conservazione dei mosaici, ritenuti inoltre i più estesi e affascinanti mai realizzati in epoca romana.
Duomo di Piazza Armerina Quest' imponente chiesa barocca sormontata da un'alta cupola domina tutto il centro del paese. Il campanile è decorato da finestre in stile gotico-catalano. La facciata della cattedrale presenta un portale con colonne ritorte ed una grande finestra quadrangolare sormontata da un'aquila, simbolo della famiglia Trigona. L'interno racchiude varie opere d'arte, tra cui un bel Crocefisso ligneo del 1455 ed un'effigie bizantina della Madonna delle Vittorie.
Il Palio dei Normanni
Giorno 12 agosto, ogni anno, con la consegna del Pubblico Bando al Banditore di Pluvia, delle armi della giostra dei Cavalieri dei quattro antichi quartieri, la benedizione di tutti i raffiguranti e la donazione da parte del Gran Magistrato di una lampada votiva alla somma autorità religiose della città, in Basilica Cattedrale, ci si accinge a rivivere a Piazza Armerina la più bella pagina della sua storia. La manifestazione è imperniata su due momenti storici: il primo viene ricordato giorno 13, con un carosello storico rievocante l'ingresso delle truppe di Ruggiero nella città. È l'atto di sincera sottomissione di questa con la consegna delle chiavi, il secondo viene ricordato il 14 con lo svolgimento del Palio o Quintana, una avvincente giostra fra quattro squadre di cinque cavalieri rappresentanti i quattro quartieri dell'antica città di Piazza Armerina: Monte, Canali, Castellina e Casalotto. Ogni anno circa 500 raffiguranti a piedi e a cavallo vestiti con costumi di epoca normanna danno vita a questa manifestazione unica nel suo genere in Sicilia e nel meridione d'Italia. Il 'Palio dei Normanni' rappresenta per la città di Piazza Armerina, un patrimonio di inestimabile valore artistico e culturale, un bagaglio di storia e di tradizione, un passaggio dal presente al passato, un ritorno del passato forte di passione e suggestioni capace di coinvolgere ed attirare migliaia di turisti che giungono puntualmente ogni anno da tutte le parti del mondo.
La Diocesi di Piazza Armerina
La storia della diocesi di Piazza Armerina inizia nel XIX secolo. Il decreto di erezione fu emesso, infatti, il 3 luglio 1817 dal Papa Pio VII. Essa comprendeva inizialmente i Comuni di Piazza, Aidone, Assoro, Barrafranca, Caropepe (Valguarnera), Castrogiovanni (Enna), S. Filippo d'Agira, Imbaccari, Leonforte, Nissoria, Pietraperzia, Villarosa, smembrati dalla diocesi di Catania. Era suffraganea dell'Arcidiocesi di Monreale.
In seguito alla ristrutturazione di alcune diocesi di Sicilia, in data 20 maggio 1844, Piazza Armerina perdette i Comuni di Assoro, S. Filippo d'Agira, Imbaccari, Leonforte e Nissoria, che furono aggregati alla nuova diocesi di Nicosia, per acquisire i Comuni di Butera, Mazzarino, Niscemi, Riesi e Terranova (Gela), smembrati dall'Arcidiocesi di Siracusa.
Di essa divenne suffraganea la diocesi fino all'anno 2000. Oggi con la istituzione della metropolia di Agrigento, Piazza Armerina ne è divenuta suffraganea assieme a Caltanissetta.
La Patrona della Diocesi è Maria SS. delle Vittorie, Patrono secondario S. Gaetano
Piazza Garibaldi 
Si prova un senso di grande stupore quando, percorrendo la via Roma, poco prima di giungere in piazza Garibaldi si intravede la maestosa cupola della Cattedrale che svetta sopra i tetti delle case, sopra il frontone di Palazzo di Città (XVIII sec.), il palazzo Capodarso (XVIII sec.), la chiesa di Fundrò (XVII sec.), l’ex convento dei Benedettini (XVII sec.), quasi a voler sottolineare la sua supremazia architettonica, rispetto agli altri monumenti della città, che, benché egregi, non possono certo competere con questo colosso che sovrasta e domina l’intera città. Tutti questi edifici, di notevole sobrietà ed eleganza, oltre ad essere apprezzati singolarmente, vanno considerati come un unico complesso architettonico, in cui ogni singola costruzione è armonicamente integrata nella struttura complessiva della stupenda Piazza Garibaldi, cuore pulsante della città, da cui si dipartono in ogni direzione strade dal sapore antico, dove ogni pietra ha qualcosa da dire al visitatore che, con sguardo attento, sappia apprezzarne la essenziale intrinseca bellezza.
Castellina Proprio dietro l’ex Convento dei Benedettini è ubicato il quartiere Castellina, uno dei quattro quartieri storici della città, così chiamato in quanto si estendeva ai piedi di un castello che nel medioevo sorgeva in luogo dell’attuale convento di San Francesco. Il suo nucleo é rappresentato dalla chiesa di Santa Veneranda, la cui fondazione probabilmente risale al 1180, mentre il prospetto attuale é del 1650. Nella parte più bassa il quartiere é delimitato dall’antica Torre Castellina (1337) e da un tratto di muro di cinta, caratterizzato da un’ampia breccia che funge da porta d’ingresso al quartiere.
Il Monte Lungo la via Monte, l’antica strata mastra (strada maestra), si incontrano numerosi edifici degni di essere menzionati: il palazzo Geraci, il Monastero della Trinità, il palazzo che la tradizione indica come abitazione del barone M. Trigona, dall’elegante portale gotico-catalano, il palazzo dei marchesi di Roccabianca, purtroppo malamente rimaneggiato. Il quartiere Monte è il classico esempio di impianto urbanistico normanno, con le caratteristiche stradine organizzate in forma di lisca di pesce che si dipartono dalla strada principale. In fondo alla via Monte è possibile visitare la secentesca chiesa degli Angeli Custodi, riccamente affrescata, e la chiesa di S. Maria della Catena (XII sec.), già San Nicola al Monte. Dalla via Crocifisso si giunge all’omonimo quartiere, dove a pochi metri di distanza si trovano la chiesa del Crocifisso e la chiesa di S. Martino di Tours, prima chiesa fondata dai Normanni nella nuova città di Platia, la cui costruzione iniziò nel 1163.
Piazza Castello 
Situata nella parte meridionale dell’antico quartiere “Monte”, questa suggestiva piazza comprende, oltre al Castello Aragonese, costruito alla fine del XIV secolo e a lungo residenza del re Martino I d’Aragona, da cui prende il nome, anche alcuni eleganti palazzi patrizi (Velardita e Roccella del XVIII sec., Starrabba del XIX sec.) e la deliziosa chiesa della Madonna della Neve (XVII sec.), annessa al convento degli Agostiniani, che nel corso dei secoli ha subito alterne vicende ed è oggi proprietà delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, che l’hanno adibita a Casa di riposo per le suore anziane.
Il Collegio Lungo la via V. Emanuele, che collega piazza Castello a piazza Garibaldi, si incontrano l’ex Convento dei Gesuiti, con l’annessa chiesa di S. Ignazio (XVII sec.), e la chiesa di Sant’Anna (XVIII sec.), dalle forme eleganti e sinuose.
Canali Poco oltre è la piazza Garibaldi, da cui si può facilmente visitare il contiguo quartiere Canali, antico borgo storico che fino al 1492 ospitò gli ebrei (Giudecca) e fu luogo di commercio ed artigianato. Il quartiere è ubicato nella parte più bassa della città, dove si trova l’ antica fonte dei Canali, dalle cui quattro bocche sgorga abbondante acqua fresca, che viene poi convogliata nell’annesso lavatoio medievale. Nei pressi della fonte si trova una piccola chiesa dedicata a Santa Lucia, probabilmente riedificata nel 1685 su una precedente sinagoga ebraica del XIV secolo. Nella parte più alta del quartiere è possibile visitare la secentesca Chiesa dell’Itria, dall’elegante portale barocco in pietra arenaria, che fu la seconda parrocchia della città dopo San Martino.
Il Seminario Dopo aver imboccato la via Umberto I si incontra subito la secentesca chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Percorrendo la strada laterale che la costeggia si giunge al piano S. Antonio, che prende il nome dall’omonima chiesa, ora sconsacrata, dedicata al santo protettore degli animali domestici. Su questa piazzetta prospettano la chiesa di S. Vincenzo e l’ex convento di San Domenico (XVII sec.); entrambi gli edifici fanno parte del complesso edilizio del palazzo vescovile.
Dalla via Cammarata, di fronte all’ingresso del Seminario, si ritorna in via Umberto I, lungo la quale si incontrano il bel Palazzo Mandrascati, purtroppo malamente rimaneggiato; l’ex Convento di S. Chiara, sventrato in un mal riuscito tentativo di restauro, ed altri interessanti prospetti di palazzi signori